Da troppe notti...
Da troppe notti, sdraiato nel mio trascurato giardino,
Tra convolvoli stanchi di gelsomino e di lusinghe,
Non rincorro le stelle con le dita
Alla ricerca di quelle illusioni sempre inadeguate
Che nutrivano il mio sonno.
Da troppe notti non rivedo i miei spettri fiochi,
Le mie inquietudini, i miei inconcepibili miraggi
E non sento i tuoi occhi ...
Affilati come le lame della logica,
Guardarmi senza comprendermi.
Da troppe notti ho finalmente capito,
Confuso dai silenzi di queste stagioni indifferenti,
Che a noi piace sopravvalutarla, la notte
E che, alla fine, è questa la nostra debolezza.
Forse lei non ha nulla da dirci
E ciò che noi ci aspettiamo
Altro non è che la speranza di vivere fino a domani,
Illudendoci che prima dell’alba
Qualcosa d’irragionevole possa accadere.
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