Mi guardo allo specchio e mi domando

 

Mi guardo allo specchio e mi domando

Di chi sia quell’immagine riflessa.

Amico mio non ti riconosco.

Non hai risposte, lo sento, né pensieri

E forse neppure vorresti essere qui.

Guardandoti io non ritrovo

Che pensieri mutilati dal banale

E ansie perdute nei meandri dell’ovvio.

Non vedo che un passato deluso

E futuri smembrati dal quotidiano.

Eppure quanta parte di te

Hai lasciato nelle mani degli altri,

Nelle parole di chi disse di amarti e mai lo fece,

Negli sguardi vuoti del senso comune cui mai ti arrendesti.

Amico mio non riconosco le tue mani tese in segno di resa.

Quante volte ti sei sostenuto,

Rabbioso e prepotente, alla tua intelligenza

Scoprendo quale fosse la strada giusta

E dove affidare il tuo bagaglio.

Tu mi tendi le mani, eppure…

Non voglio vederti né ascoltarti

Né mi appoggerò alla tua immagine.

Amico mio non è ancora l’ora di cadere,

Ho bastoni di buon legno e scarpe ancora nuove.

Un animo libero è costretto a viaggiare,

Morirebbe altrimenti.

Nulla è la tua immagine se io non voglio guardarla.






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L’ultima lacrima di Ulisse