Il Paradosso dell’Arciere
Dialogo sulla vita sul sogno e sul tiro con l’Arco tra Artemide e un cervo
Il Paradosso dell’Arciere
Dialogo sulla vita sul sogno e sul tiro con l’Arco tra Artemide e un cervo
BRESCIA OGGI -
Giovedì 01 Aprile 2010 - CULTURA, LIBRI.
L’ultima opera di Augusto Funari
Il paradosso del dialogo
tra Artemide e un cervo
La vita. Il sogno. L'uomo con le sue perenni, radicali domande nel «Dialogo tra Artemide e un Cervo» (sottotitolo del poetico testo: «Il paradosso dell'Arciere»), edito da Arnaldo da Brescia (pp. 91, euro 12).
L'autore - il medico e poeta bresciano Augusto Funari appassionato ed esperto di tiro con l'arco - lancia la freccia della sua fantasia onirico-mitologica per cogliere nel segno le verità di sempre: la paura della morte e del dolore, l'ansia di vita, l'intreccio tra Caso e Necessità...
UNA FAVOLA bella, densa e lieve, ispirata a quel gesto elementare, millenario che è il tendere un arco e dirigere la saetta. Arte nobile e difficile «nota agli uomini e agli dei», anche se le umane frecce, imprecise, imperfette, «possono fallire. La perfezione appartiene solo a noi Dei» dice Artemide, l'impetuosa dea della caccia; sprezzante con il vecchio cervo: tu che ne sai, che sei solo un animale?
Preda e Predatrice sono uno di fronte all'altra, in un impari incontro. Lei, l'immortale cacciatrice deve uccidere: «è scritto». Lui conosce il suo destino; al fatale momento è preparato (anche se non «non pronto»): fuggire è inutile e morire è solo un attimo. Eppure... Eppure l'incontro-scontro si fa Dialogo. E filosofico volo: se la Morte è la meta, la Vita a che vale? Amare, scegliere, sognare? L'io, il Fato, dio...
Quesiti e suggestioni che - tra mistero e saggezza - animano il Paradosso del Dialogo. E muovono la penna sapiente dell'Arciere funari che - con immagini vive e parole efficaci - sa tendere le corde emotive del lettore... Per ricordargli il Paradosso del nostro vivere: breve, intenso, mortale.
Brescia Oggi
Venerdì 01 Ottobre 2010
Alla comunità di S.Patrignano l'incasso della serata e della vendita del libro «Il paradosso dell'arciere»
Un omaggio. Uno spettacolo. Un'occasione per fare beneficienza. Sono molteplici le sfaccettature che sottendono a un evento speciale che prenderà forma venerdì prossimo, 8 ottobre, alle 21, al San Barnaba di corso Magenta. Con una «Serata per un grande uomo», Brescia ricorda Vincenzo muccioli, e chiama la musica e la prosa.
Promossa dal circolo culturale «Il Caminetto» e dall'associazione Arnaldo da Brescia, l'iniziativa gode del patrocinio di Loggia, Broletto e Fondazione Asm: l'incasso sarà interamente devoltuo alla comunità di San Patrignano. . In scena quindi, scorci tratti da «Il Paradosso dell'Arciere», tributo alla capacità di inseguire mete e sogni, e al riscatto umano. Pagine in cui l'autore, originario dell'Abruzzo, scocca la freccia di una fantasia mitologica per affondarla nei grandi quesiti dell'uomo: la paura della morte, l'ansia della vita e l'incontro tra caso e bisognoAlla comunità di S.Patrignano l'incasso della serata e della vendita del libro «Il paradosso dell'arciere»
Io la ringrazio per ciò che ha fatto per noi. Ho letto il suo libro e ne sono rimasto ammirato, soprattutto quando dice che ognuno è artefice dei propri sogni. Grazie di cuore
Andrea Muccioli, Comunità di San Patrignano
Ho letto il tuo secondo libro " Il paradosso dell'arciere" e sono rimasta stupita dalla tua capacità di trascinare il lettore lungo il percorso che dall'ineluttabile porta al libero arbitrio. La divinità, il fato, il "già scritto"... tutto si snoda, sfilaccia, dissolve nel gioco delle parole lanciate come dardi e poi fermate. sospese. La dea ( interessante la scelta di un dio donna e una delle più spietate e colte) umanizza il suo gesto , è colta dal dubbio ( ah, quell'Amleto che verrà secoli dopo...) e si ferma. Rende paradossalmente possibile ciò che poco prima era impossibile. Beh, una bella lezione "laica" che viene da lontano. Trionfa la natura, pare, in questo tuo scritto. Il divino e l'umano in verità sono solo parole... belle, ma così volatili. L'anemos resta in bilico ( mi piace pensarlo), sorretto solo da una natura che è meravigliosamente , fantasticamente indifferente.
A.B.Gigliotti - Brescia